ANFITEATRO ROMANO DI AMITERNUM

ANFITEATRO ROMANO DI AMITERNUM

A cura di Francesca Massaro, Storica dell’arte
 


Foto di Raniera Patavino
 

L’anfiteatro romano di Amiternum è parte di una vasta area archeologica che comprende anche il teatro e le catacombe di San Vittorino, edificate nella allora famosa città sabina chiamata Amiternum. Il sito è ubicato nel territorio comunale di L’Aquila, in prossimità del centro abitato che attualmente porta il nome del Santo. La sua costruzione risale al primo secolo d.C., anche se il teatro sembra essere più antico, ed è stata riportata alla luce nel 1880, restaurata e poi consolidata nel 1996.

L’anfiteatro aveva una capienza notevole, potendo ospitare fino a 6.000 persone ed era costituito da una cavea rimasta sempre in superficie, 48 colonne ancora parzialmente godibili, che sorreggevano due gradinate, oggi praticamente scomparse. Della struttura è attualmente visibile il lungo corridoio esterno con il colonnato a mattoncini e la struttura della cavea, alla quale si accede attraverso un ingresso posto a sud-est, la monumentale Porta Triumphalis.

Il teatro romano di Amiternum risale al periodo augusteo ed era posto al centro della cittadina, in prossimità del Foro, a differenza dell’anfiteatro che era posto nella parte più meridionale dell’abitato. Aveva una capienza di circa 2000 posti, distribuiti in due settori separati da un lungo corridoio semianulare. La parte inferiore, composta da 18 file, è oggi parzialmente scoperta e può ospitare fino a 400 persone. Di fronte alla cavea e separata da essa da un canale su cui scorreva il sipario, c’era la scena, anch’essa articolata su due livelli. Il teatro venne abbandonato neo IV secolo con la decadenza della cittadina di Amiternum e poi utilizzato come necropoli. E stato riportato alla luce nel 1878 e poi restaurato negli anni sessanta.

Le catacombe di San Vittorino fanno anch’esse parte di questo importante sito archeologico e si svilupparono nel V secolo, intorno alla tomba del Santo. Sono collocate sotto la navata centrale della chiesa di San Michele Arcangelo ed in parte al di fuori del suo perimetro e sono costituite da un corridoio centrale da cui si dipartono tre gallerie che portano rispettivamente ognuna ad una grotta. L’ingresso della chiesa vecchia ospita quello che viene attualmente considerato il sepolcro del Santo, meta di pellegrinaggio cara ai locali e che conferisce all’intero complesso una suggestiva sacralità.